Solstizio d’estate

C’è un’altra protagonista, accanto a quella femminile, in questo lungo racconto un po’ d’avventura “on the Road” e un po’ thriller, che costituisce il felice esordio letterario di Lucia Barbera, ed è la Sicilia, con le sue storie, i suoi misteri e le sue leggende.

Dalle pagine di “Solstizio d’estate” si spandono profumi e aromi irresistibili, sgorgano paesaggi fiabeschi e fuoriescono personaggi intensi e curiosi: e il lettore viene subito colto dal desiderio di accompagnare Lucia, irrequieta professionista che vive in Liguria, nel suo viaggio alla ricerca delle proprie origini e di Itaca, “raggiungerla sia il pensiero costante”, come nei versi del poeta greco Kostantin Kavafis.

Da Parigi a Pantelleria, dove è in programma un convegno internazionale sull’olio d’oliva, si attraversano luoghi forse già conosciuti (o forse no) da chi legge, ma resi ancora più affascinanti dalle illuminanti spiegazioni di Lucia, che – nella Trilogia “Solstizio d’estate”, “Solstizio d’estate (un anno prima)”, e Càlla – svela particolari inediti su palazzi, chiese, monumenti, antiche e rare ricette della tradizione, vini da sommelier, traduce espressioni dialettali autentiche, ma spesso incomprensibili per quanti non sono del posto, e tratteggia figure indimenticabili e qualche volta enigmatiche e pirandelliane: “Così è (se vi pare)”.

Un dilemma anche l’arrivo al mare, punto d’arrivo o punto di partenza? Scritto con mano sicura e brillante “Solstizio d’estate”, è un percorso anche introspettivo, denso di dubbi e di interrogativi, che inducono ciascuno a riflessioni sul senso della vita. Si fa leggere bene e volentieri.

Ed è un viatico augurale per una nuova carriera dell’autrice, magari (perché no…) anche in campo cinematografico: il suo stile descrittivo evoca visioni di persone, paesaggi o situazioni particolari, insomma è molto “visivo”, e adatto a un soggetto per un film.

Il titolo è già pronto: “Càlla”, che in pantesco, la lingua di Pantelleria, significa “Buona fortuna” e potrebbe derivare dal maltese j’Alla, oppure da un precedente insciallà, “se Dio vuole”.

Càlla Lucia.

Stefano Delfino